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Lettera di un associato

 

Carissimi amici e compagni dell’ADAO,
… vi auguriamo che i vostri incontri siano fruttiferi e abbondanti di contenuti. Scusateci se la presenza della nostra famiglia all’associazione è mancata in questi ultimi tempi, ma stiamo affrontando un periodo molto duro e difficile della nostra vita, che, forse, ci farebbe anche bene condividere con voi per poter trarre, dalle vostre umili ma potenti parole e testimonianze, speranza e coraggio.
Come Paola già sa, … è stata ricoverata un’altra volta a causa delle sue condizioni precarie e critiche che a Pordenone non riuscivamo a risolvere. Questa volta, si trova a … presso una clinica psichiatrica; non si tratta di un ricovero di riabilitazione di un sintomo quale il disturbo alimentare, ma, questa volta, stiamo cercando di compiere un ulteriore passo in avanti e cercare di curare le cause che hanno portato … a soffrire così tanto, … troppo nell’arco della sua vita.
Molte volte la disperazione che proviamo dentro di noi è immensa, quasi paralizzante; poi, però, la fede in Dio e l’amore che ci lega, porta me a spronare … a stringere i denti e ad andare oltre, … oltre il male, senza fermarsi mai e senza guardarsi indietro.
Certo, la malattia porta a fermarsi, anzi crea un vero e proprio blocco, che pare quasi insormontabile nella vita, tanto che per noi, che abbiamo un figlio piccolo, è difficile essere genitori. Ma, anche in questo caso, è … il nostro piccolo, ad insegnarci più cose di quanto noi, adulti, crediamo di sapere e conoscere, e con un suo sorriso o la luce di gioia dei suoi occhi ci permette di renderci conto che l’importante è stare insieme, uniti. Siamo ciascuno, a suo modo, insostituibili e nella nostra unicità abbiamo bisogno dell’unicità dell’altro.
Abbiamo deciso di scrivere questa lettera, innanzitutto per essere in qualche modo in mezzo a voi e poterci stare con i modi che possiamo e, dunque, dirvi che vi vogliamo bene e per noi siete importanti; in secondo luogo, vogliamo dirvi, proprio ora all’apice del nostro dolore più grande, (e questo è un messaggio rivolto soprattutto ai “nuovi arrivati”), di non spaventarvi o perdere la pazienza di fronte al disagio e al disturbo alimentare.
Esso è un percorso che ci viene dato di compiere perchè, alla fine, possiamo rinascere persone nuove, rigenerate, ricreate, perchè Dio ha scorto in noi tutte le qualità per essere persone “diverse”, genitori, mogli, mariti o figli speciali.
L’ascolto e l’accoglienza di cuore sono gli ingredienti fondamentali per poter dare vita ad un dolcissimo e saporitissimo piatto, molto colorato, dove tutti in famiglia, come si fa ad un banchetto, possono mangiare con il sorriso tra le labbra, senza paure, perché la pace è sopraggiunta nei nostri cuori.
Per noi, il significato degli incontri in associazione si può riassumere in questa banalissima frase, pronunciata da …, durante le nostre passeggiate: “il fratello aiutato del fratello è come una roccaforte”.
Finché siamo legati tra di noi possiamo scambiarci tutti i nostri sentimenti, le emozioni, la paura, le preoccupazioni, l’ansia, ma anche l’entusiasmo per i primi passi verso il miglioramento delle persone cui vogliamo bene, vuol dire che un senso già è presente nella malattia ed è quello grandissimo, meraviglioso dell’incontro e dello scambio gratuito.
Quale dono è più prezioso?
Grazie della vostra amicizia.
Con affetto e stima.